17 dicembre 2006


Telethon chiude a 30,74 MLN

Anche quest'anno siamo stati bravi. Abbiamo raccolto diversi soldi per la ricerca e possiamo essere più felici e consapevoli di aver fatto qualcosa di buono. Il popolo italiano è sempre in prima linea nell'aiutare il prossimo e la ricerca scientifica. Personaggi della televisione, calciatori, cantanti, attori e artisti in generale, offrono la loro immagine per contribuire alla causa. È curioso vedere come alcuni personaggi vengano riesumati dalle tombe mediatiche per ritornare in auge e guadagnare questi pochi minuti di visibilità. Ad essere cattivi sembrerebbe quasi che dietro ci sia un ritorno pubblicitario o la sponsorizzazione implicita di qualcosa che li riguarda. Per mia fortuna preservo il mio stato mentale allontanandomi il più possibile dalla televisione. Però guardando i dibattiti sull'autismo e su come la scienza sia incapace di capirci qualcosa, sembra di assistere a una fiaba. Mentre la conduttrice narra le vicende e le problematiche della malattia, ci sono bambini in terra che giocano e vengono ripresi dalle telecamere per sensibilizzare ancora di più il problema. A mio modo di vedere la ricerca scientifica è completamente fallita. L'unica cosa in grado di portare avanti la ricerca è lo sterminio di povere cavie animali appositamente seviziate per esperimenti barbari e privi di significato. Le malattie per la maggior parte sono conseguenze di qualcosa che l'uomo ha distorto, qualcosa che l'uomo ha deviato nel corso della natura. Il professor Massimo Montinari è l'esempio vivente di come si possa cambiare il corso delle malattie e in particolare dell'autismo. Da anni sperimenta cure basate su omeopatia e alimentazione naturale. Montinari ipotizza che questa patologia sia la conseguenza dei vaccini a cui per legge ogni bambino sano deve sottoporsi in tenera età. Queste notizie e i brillanti risultati ottenuti, difficilmente riceveranno soldi da Telethon. L'industria mediatica delle campagne di raccolta soldi, servono solo per rimpinguare le ormai gonfie casse delle case farmaceutiche, che ovviamente non hanno nessuna intenzione di trovare rimedi che non siano a base di farmaci. Se continueremo a non porci delle domande corrette sulle nostre responsabilità nel crescere i figli, nello scegliere cosa e come mangiare, nel vivere più consapevolmente saremo sempre in balia delle corporazioni che ci vogliono far morire lentamente. Più volte su questo Blog mi sono scagliato contro l'industria farmaceutica e alimentare. Più volte ho denunciato e riportato le denunce di ottimi esperti nel campo delle scie chimiche per gridare al mondo cosa stanno facendo delle nostre vite. È giunto il momento di ribellarsi, di urlare e scalciare contro ogni forma di oppressione e controllo mentale. Siamo succubi di un mondo creato ad arte per ucciderci e indebolirci.

Approfondimenti

Massimo Montinari

http://www.disinformazione.it/montinari.htm

http://www.medicinenon.it/modules.php?name=News&file=article&sid=83

Hamer e la Nuova Medicina Germanica

http://www.nuovamedicina.com/

http://www.albanm.com/


Alimentazione

http://www.saicosamangi.info/

http://www.agireora.org/

http://www.scienzavegetariana.it/

5 dicembre 2006


Messaggi subliminali


Il 5 Dicembre 1901 nasceva Walt Disney. Abile disegnatore d'animazione fu il più grande e conosciuto di tutti i tempi creando un impero mediatico e commerciale senza precedenti. Ancora oggi Walt Disney è un colosso da miliardi di dollari che crea cartoni animati, intrattenimento e ogni forma di gadget per bambini. Oltre ad essere un grande uomo d'affari Disney era anche membro dell'Ordine massonico De Molay. Come massone si operò spesso per adattare le sue creazioni alle direttive dell'ordine. Non a caso nei "capolavori" Disney possiamo trovare messaggi subliminali, quasi interamente a scopo sessuale. Certamente si potrebbe sorvolare su un fotogramma o su una scena equivoca, però questa modalità di messaggi purtroppo ha la facoltà di disinformare automaticamente e inconsciamente. La pubblicità in passato ha usato questa tecnica per vendere di più o per associare una particolare bibita o marca di sigarette all'idea del sesso o di una bella ragazza. Apparentemente innocua al tempo della pubblicità della Pepsi quello che preoccupa è il nuovo modo di comunicare i messaggi. Oggi siamo bombardati da una quantità enorme di informazioni. Anche non volendo scegliere di essere informati siamo vittime di campagne di marketing aggressive che violano la nostra privacy. L'uomo consumatore moderno vive in balia di menti creative che sfruttano i lati deboli della società moderna per aumentare i profitti dei loro prodotti. Nasce quindi l' Happy Meal di McDonalds che regala giocattoli Disney, oppure il testimonial vestito da pagliaccio, che associa nella mente dei bambini indifesi l'idea del gioco e della spensieratezza. Automaticamente da grandi gli stessi bambini saranno invogliati a trascorrere i loro pasti veloci da Mcdonalds e affini, il messaggio subliminale a quel punto è diventato una forma pensiero ben definita. Si potrebbero fare un'infinità di altri esempi di questo tipo di associazioni. La musica, i messaggi politici, il satanismo, la diffusione di idee sono tutte manifestazioni di qualcosa che può essere inserito in mezzi di informazione o strumenti di comune utilità. Oggi il più grande messaggio subliminale è dato dal controllo di massa ad opera dei governi. Stanno creando i presupposti per gestire quello che Orwell aveva scritto parecchi anni fa. La cosa più triste è che pochi se ne rendono conto. Quando tutto questo sarà chiaro, forse sarà già troppo tardi anche per manifestarlo.

Approfondimenti
Link 1
Link 2

2 dicembre 2006


Bhopal

La notte fra il 2 e il 3 Dicembre 1984 in India ci fu uno dei più grandi disastri dell'industria chimica e la conseguente morte di 12.000 persone. La Union Carbide, fabbrica di pesticidi americana, riversò nell'atmosfera 40 tonnellate di gas mortale. Le persone furono letteralmente investite da un'ondata di fumo bianco tossico che spazzò via nel giro di poche ore migliaia di innocenti. Ad oggi ancora non c'è stata una condanna definitiva della corporazione chimica, i suoi manager sono stati scagionati, oppure hanno trovato un modo per aggirare la legge e non essere condannati. Ad oggi Bophal rappresenta forse il più grande disastro ambientale indiano e un esempio di come la legge non sia uguale per tutti. Le corporazioni continuano a inquinare, deturpare e privare di ogni risorsa intere zone di Paesi sottosviluppati, coscienti del fatto che quelle zone sono poco controllate dai Paesi stessi e dai funzionari corrotti che permettono questo scempio. Le scarse condizioni di sicurezza sul lavoro, lo sfruttamento, il lavoro minorile e una condizione disumana sono l'evoluzione di un pensiero che già vent'anni fa era presente nelle più grandi corporazioni americane. Abbassare gli standard di sicurezza e di dignità solo perché un Paese è in condizioni economiche e sociali inferiori, non giustifica una politica mirata a sfruttare e deturpare intere aree geografiche. Bhopal doveva essere ricordato come un orrore da non commettere nuovamente. Oggi invece è solo un altro triste episodio dimenticato dall'Occidente.

Per chi volesse approfondire l'argomento consiglio la lettura dello splendido libro di

Dominique Lapierre e Javier Moro: "Mezzanotte e cinque a Bhopal"


Inoltre questa è la testimonianza di Ruby tratta da Greenpeace

La testimonianza di Ruby

Il mio nome è Tahira Sultan, ma mi chiamano tutti, con affetto, Ruby. Ho 22 anni, sono nato a Bhopal, la capitale del Madhya Pradesh. Sono allegro e spensierato e i miei amici mi apprezzano per questo; ho passato a Bhopal tutta la mia vita e ora studio per il mio Master in Scienza e Biotecnologia.


L'infanzia a Bhopal

... Aspettiamo con ansia ogni nuovo giorno. O meglio ogni nuova settimana, nuovo anno. Ogni tanto ci sediamo e ci auguriamo di poter cancellare quel giorno terribile dal calendario, sarebbe meraviglioso se si potesse fare davvero. Il ricordo di quella notte tra il 2 e il 3 dicembre è per noi, sono sicuro, come l'11 settembre per gli americani... Per le persone coinvolte è stata la giornata più terribile della loro vita. Quella notte buia del 1984 è ancora una pagina aperta nella mia mente, come se fosse stato ieri... Quella domenica, a mezzanotte e mezza, mi sono svegliato tossendo e quando mi sono alzato e ho guardato attorno la stanza era piena di un fumo biancastro e gli occhi hanno iniziato a lacrimare. Ho chiesto a mia madre cosa succedesse e mi ha detto solo di coprirmi bene con il lenzuolo e di tornare a dormire. Nel frattempo lei andava nell'altra stanza a vedere come stavano i nonni.

Mia nonna disse "Non possiamo restare qui, andiamo all’ospedale Hamidia"... Allora la mamma prese il mio fratellino, lo avvolse nel suo scialle, mentre io mi attaccai al suo braccio e iniziammo a correre fuori. Tutti, davvero tutti i vicini correvano. Il cielo era diventato improvvisamente rosso. Io uscii senza neanche mettermi le pantofole e ricordo ancora il pigiamino ridicolo che indossavo quella mattina. Mio fratello era impietrito nelle braccia della mamma, non si muoveva né apriva bocca. La mamma continuava a correre insieme a noi due mentre i nonni arrancavano alle nostre spalle. A un incrocio perdemmo di vista i nonni, ma mia madre non si perse d'animo e continuò a correre gridando "Aiuto, qualcuno ci aiuti, vi prego!" ma attorno a noi c'era solo gente che correva, urlava, piangeva e cadeva. I loro occhi erano come fuori dalle orbite, il respiro affannoso e molti vomitavano o avevano la diarrea. Vedevo la vita svanire attorno a noi quella notte, ma noi continuavamo a correre, senza sosta... A un certo punto la mamma vide un risciò e iniziò a correre incontro a questo mezzo insperato... In qualche modo riuscì a salirvi, sempre con mio fratello e me. Non avevamo fatto molta strada che si bucò una ruota. Né mamma né io avevamo alcuna forza di muoverci e rimanemmo lì, in uno stato di semicoscienza fino a quando uno straniero ci venne in aiuto... Era un uomo gentile. Ci portò a casa sua e la moglie ci diede dei vestiti puliti ed una tazza di thè caldo per farci riprendere, ma eravamo talmente esausti che ci addormentammo e basta...

La mattina dopo, mia madre li ringraziò e tornammo a casa, passando attraverso immagini orrende ancora stampate nella mia memoria. Indelebilmente. Le strade erano piene di carcasse di animali di ogni genere: cani, capre, bufali, anche passerotti... Naturalmente, ed è la cosa peggiore, c'erano anche corpi di persone: uomini, donne, bambini e vecchi. C'era chi raccoglieva questi cadaveri per caricarli su un camion, qualcuno piangeva, qualcuno urlava. La vista era peggio di ogni racconto che possa farvi, non ho davvero parole per descrivere la devastazione di quella mattina... Arrivati a casa, mi accorsi che le foglie e i frutti del mandorlo erano diventati neri: i frutti, addirittura, erano tutti a terra. Non potevamo ancora respirare bene e la vista era un pò annebbiata. Arrivò la nonna e ci portò via da Bhopal. Andammo dagli zii.

È eccitante come un romanzo crescere nella città di Nawabs e Begums, Bhopal. Ma il romanzo termina quando ti giri indietro e pensi al disastro di quella notte. Il disastro è diventato parte della mia esistenza, visto che ho passato l’intera infanzia in quella città... Casa mia stava a un chilometro circa dalla fabbrica, ci passavamo spesso. Quand'ero piccolo, passava spesso un camion che spruzzava un pesticida per debellare le zanzare e interrompeva i nostri giochi. Il colore e l'odore del fumo mi riportava sempre alla mente quella notte del 2 dicembre. Ogni volta che sentivamo il rumore del camion, ogni bambino correva verso casa gridando "È il gas di nuovo, di nuovo, corriamo!". Era solo un gioco, ma non tanto... Spesso, crescendo, pensavo con i miei amici di andare alla fabbrica e vedere cos’era successo con la fuoriuscita di gas. Ma avevamo sempre paura di farlo. Era come se vivessimo in una città con un demone gigantesco che nessuno poteva cancellare o cacciare via. Ci sono molti bambini come me che hanno vissuto tutta la loro vita vicino alla fabbrica. Ma prego sempre che nessun altro bambino debba vivere un'infanzia come la mia. Prego perché i bambini di tutto il mondo possano crescere in un ambiente sano e non avere a che fare con una tragedia come quella con cui ho convissuto io...

27 novembre 2006


Ti uccido perchè ti odio

Ieri un afroamericano disarmato di 23 anni è stato ucciso a New York. Non è ben chiara la dinamica dei fatti, cosa l'uomo avrebbe commesso per meritarsi ben 30 colpi di pistola prima di stramazzare a terra. Altri due amici sono stati gravemente feriti dagli agenti, che dalle prime ricostruzioni, sembrano colpevoli di aver utilizzato la mano pesante . È possibile che gli uomini feriti potessero aver armi con loro, ma è altrettanto possibile che gli agenti in borghese, non abbiano identificato la loro posizione e intimato un eventuale ALT verbale prima di aprire il fuoco contro uomini in uscita da un locale. L'uomo ferito, padre di due figlie, stava festeggiando l'addio al celibato e oggi avrebbe sposato la sua fidanzata. Pur essendo difficile criticare e giudicare gli eventi poco chiari della serata, la reazione degli agenti sembra sproporzionata rispetto all'entità dell'accaduto. L'abuso di potere e lo strapotere della polizia verso le minoranze (gli uomini come al solito erano afroamericani) riporta la memoria a fatti recenti di violenza di ufficiali di polizia verso immigrati, clandestini, musulmani e minoranze in genere. Mi tornano in mente le scene del pestaggio di Rodney King avvenuto nel 1992 a Los Angeles. Le accuse sono sempre le stesse. Le comunità nere accusano i bianchi e la polizia di continui abusi e manifestano il dissenso e il loro scarso senso di protezione, in uno stato che sembra sempre più il Far West. Scaricare 30 colpi contro un corpo rende chiara l'intenzione del risultato che si vuole ottenere. Si vuole esasperare il conflitto tra bianchi e neri, si vuole alimentare l'odio al fine di creare disordine e paura. Le forze di polizia dovrebbero essere preposte alla difesa delle persone e al reciproco rispetto della legge e delle regole. Quando le regole vengono distorte, i discriminati finiscono per sentirsi isolati e questo meccanismo può innescare meccanismi di rivolta e disordini molto gravi. La responsabilità degli agenti di polizia dovrebbe essere sopra le parti, sopra il razzismo, sopra ogni forma di discriminazione sociale.

16 novembre 2006


Stanco di pagare il treno!

Come se non bastasse la pietosissima disputa sulla finanziaria, che finirà per passare col voto di fiducia, tra mille balletti e ipocrisie, sta cadendo sulla nostra testa l'ennesimo fallimento italiano. L'amministratore delegato di Trenitalia ha dichiarato che la società è sull'orlo del fallimento e che la situazione dei conti è fuori controllo. Mi dispiace assistere allo sfacelo dei più grandi colossi economici italiani anche perché nella maggior parte dei casi a rimetterci sono i piccoli investitori e le famiglie dei lavoratori. Quello che più mi da fastidio è la gestione di fantomatici amministratori delegati con buone uscite a sei zeri che promettono risanamenti e investimenti mirati e poi rovinano interamente colossi economici in piedi da decenni. Certamente non è semplice gestire una grande società come Trenitalia, ma credo che anche il più scarso dei manager, attuerebbe politiche di rilancio su servizi e innovazione. Sulle linee ferroviarie del centro sud ci sono treni che festeggiano i 40 anni di età e vengono dedicati alle tratte più trafficate dai pendolari. I ritardi e i disguidi sono all'ordine del giorno è il servizio complessivo è sotto alla soglia della mediocrità. Come se non bastasse ogni anno c'è un ritocco sulle tariffe dei biglietti e un continuo taglio di personale per la manutenzione delle linee a discapito della sicurezza. Credo che ogni uomo di buon senso sarebbe felice di pagare poco di più per un servizio migliore, la regolarità degli orari e condizioni igieniche dignitose. Invece si investe su faraonici piani economici, si investe sull'alta velocità, qualcosa di completamente inutile per la maggior parte degli utenti. Siamo un Paese che utilizza il traffico merci quasi interamente su gomma, senza privilegiare il treno o ancor meglio il traffico navale per merci non deperibili. Tutto questo disservizio pesa sulle utenze, pesa sull'orgoglio del popolo italiano e fra poco peserà anche sulle nostre tasche. Quando si parla di risanamento la cosa più semplice e far pagare poco a tutti e così si può andare avanti per qualche altro anno. Alitalia è l'esempio concreto di come l'italiano medio viene preso per il c... con piani industriali di risanamento che sono nient'altro che operazioni speculative che arricchiscono sempre più i proprietari del capitale vero, che ovviamente non perdono un centesimo dalle loro tasche. Sono stufo di dover pagare l'incompetenza del capitalismo moderno, sono stufo di vedere persone in giacca e cravatta che riempiono le conferenze con parole di ottimismo e fiducia. Usassero le stesse parole per risanare l'industria italiana senza chiedere un centesimo a chi lavora e non arriva alla fine del mese e magari va a lavoro su un treno a vapore!

13 novembre 2006


Dead man walking

Le esecuzioni capitali nei Paesi in cui ancora vige la pena di morte sono in costante diminuzione. Ogni anno c'è un calo delle persone giustiziate ed una maggiore sensibilizzazione del problema a livello globale. La Cina, l'Iran e l'Arabia Saudita guidano questo macabro primato risultando ancora una volta i tre Paesi che hanno giustiziato più persone nel 2006. In Africa la situazione sta migliorando molto velocemente e le esecuzioni sono ormai una pratica in disuso, confinate a pochissimi Stati. Nel continente americano resta invece il primato degli Stati Uniti, unico Paese che utilizza la pena capitale. La situazione è molto triste se pensiamo che gli americani si sentono primi al mondo in materia di democrazia e libertà. Togliere la vita a chi ha tolto la vita non ha nessun fondamento etico, religioso o morale. In uno stato di diritto tutti i cittadini andrebbero garantiti e trattati come esseri umani, la conversione della pena di morte al carcere a vita oggi sembra essere l'unica soluzione possibile. Mi rendo conto della delicatezza del problema e del dolore delle famiglie delle vittime di episodi di cronaca nera, però mi rendo anche conto del dramma umano che si consuma nel braccio della morte. Mi chiedo come possano dormire sonni tranquilli i giurati che condannano a morte uomini e donne simili a tutti noi. L'impossibilità di avere una seconda possibilità, di redimersi e di integrarsi nuovamente nella società, mi sembra una pena troppo eccessiva anche per un criminale. La pena di morte non è un utile deterrente per il calo d i episodi di violenza e omicidi, le statistiche dimostrano come la criminalità organizzata sia più legata ad un disagio sociale, piuttosto che ad un semplice regolamento di conti o al raptus omicida. Charles A. Nealy verrà giustiziato il 16 Novembre in Texas e sarà l'ennesimo uomo a morire in America.

9 novembre 2006


Padre perdonali, perchè sanno quello che fanno

Olmert ha dichiarato che la strage di mercoledi a Beit Hanun è stata causata da un errore tecnico dell'artiglieria e questo tipo di errori potranno verificarsi anche in futuro. Le vittime palestinesi, quasi tutte donne e bambini non meritano nemmeno le scuse formali di un capo di Stato. Da giorni continua l'offensiva contro il popolo più martoriato del mondo senza una reale condanna della comunità internazionale. Questo atteggiamento da padroni del mondo, di disprezzo nei confronti della vita di civili innocenti, è tipico del terrorismo di stato. L'offensiva israeliana comunque si sta esaurendo, sembra infatti che non ci sia più un palestinese vivo nei territori. Questa a mio parere sarà l'unica vera soluzione al conflitto israelo-palestinese. Del resto dopo l'uccisione di bambini, donne, manifestanti, padri di famiglia come può un popolo andare avanti?

3 novembre 2006


Azione e Reazione

Chiunque abbia studiato un po' di fisica al liceo conoscerà il famosissimo principio di azione e reazione, meglio noto come la terza legge di Newton. Questo principio sta per essere applicato a Napoli. La crescente ondata di criminalità di questi giorni ha riportato il capoluogo campano a doversi confrontare con legalità e nuove regole. Il ministero degli interni, dopo aver ipotizzato la presenza dell'esercito, ha varato un nuovo piano di sicurezza per porre fine alla criminalità e rendere Napoli più sicura. Il piano prevede un maggior impiego di uomini e mezzi pronti ad intervenire insieme alle attuali forze dell'ordine. Si prevede anche un servizio di videosorveglianza attivo 24 ore su 24. Il punto al quale voglio arrivare è proprio questo. Celare dietro l'istinto di maggior protezione strumenti molto più adatti per il controllo capillare della popolazione, sembra essere diventato il nuovo obiettivo degli Stati occidentali. L'Italia dal canto suo deve adeguarsi a questa tendenza, già ampiamente diffusa in Stati Uniti e Gran Bretagna. Probabilmente questo controllo con telecamere ad ogni angolo della strada è pensato per ben altri scopi. Non scommetterei molto sul fatto che possa aiutare a fermare la criminalità a Napoli. Piuttosto penso possa essere la reazione ad un problema grave, che in questi termini viene ben digerita dal cittadino. Certamente se provvedimenti di questo tipo non venissero presi in circostanze particolari, ci sarebbe una ostruzione da parte delle persone, che vedrebbero queste misure poste come coercizione della libertà e della privacy. Invece in questo modo vengono addolcite e fatte digerire tranquillamente diventando normali e doverose in uno stato civile e moderno. Fra qualche anno avremmo telecamere, rilevatori biometrici e RFID in ogni negozio, cortile, casa e supermercato presente sulla terra. Tutto questo deliberatamente creato per controllare le masse e rendere vulnerabile in cittadino pensante. L'atra sera ho appreso che in una grande palestra di fitness di Roma è stato istallato un rilevatore biometrico per la lettura delle impronte digitali al fine di gestire meglio ingressi ed uscite degli atleti e prevenire le contraffazioni delle stesse. Mi chiedo cosa mai si possa contraffare o rubare ad un abbonamento in una palestra pagato mensilmente o annualmente. Non è più facile dire che queste sono prove per far digerire il tutto ai poveri italiani? Ai posteri l'ardua sentenza.

2 novembre 2006


La crisi economica del 2006-2007

Nel libro “Come affrontare il crollo economico del 2006-2007” Mandeville dipinge uno scenario alquanto inquietante. Il libro molto affascinante e altrettanto realistico dipinge un quadro di crisi economica planetaria, paragonabile alla crisi americana del 1929 e alla conseguente grande depressione. Ho letto il libro un anno fa e devo dire mi ha colpito la grande visione di questo ricercatore e scrittore geniale.


Mandeville è riuscito a stigmatizzare tutti i più grandi avvenimenti socio-politici che stanno influenzando il crollo del sistema economico attuale. Considerando che il libro è stato pubblicato nel 2004, l'autore ha previsto con esattezza la debolezza del dollaro, la crisi del mercato finanziario, l'inasprirsi del terrorismo internazionale esasperato dalla volontà di controllare le ultime risorse del pianeta, la crisi del mercato del lavoro e molto altro. Stiamo sperimentando sulla nostra pelle il tira-molla legato alla finanziaria, che ogni giorno aumenta di valore complessivo a danno delle famiglie più povere. Quei pochi fondi destinati allo sviluppo e all'ambiente vengono continuamente messi in discussione per favorire misure che contribuiranno a far collassare definitivamente il sistema finanziario italiano. Considerando anche che molti analisti internazionali prevedono un crollo dell'intero sistema immobiliare a causa dell'aumento non giustificato del valore reale degli immobili, non resta che attendere tempi ancora più duri. A questo punto speriamo che Mandeville abbia sbagliato qualcosa nella sua precisissima analisi e che il secondo semestre 2007 sia finalmente un anno destinato alla ripresa economica e ad uno sviluppo più equo per tutti.

30 ottobre 2006


Scie Chimiche e Hollywood

Qualche tempo fa mi trovai a fare zapping tra un noioso programma e l'atro. La mia attenzione si soffermò sulla pubblicità di una famosissima marca di primi piatti e minestre pronte. La pubblicità riprendeva una ragazza in bici che tornava a casa per gustare una buona minestra. Mentre pedalava, per un attimo l'inquadratura riprendeva una nitida scia chimica. La prima reazione fu di sorridere. Fra me e me pensavo a come fosse strana la cosa. Pensavo che sicuramente si trattava di una casualità nelle riprese, ma allo stesso tempo di un fenomeno talmente frequente da finire anche in una pubblicità. Poi facendo poco caso al resto, mi sono imbattuto nella pubblicità di Aldo, Giovanni e Giacomo promotori di una altrettanto famoso gestore di telefonia mobile. Anche in quel caso, nei trenta secondi pubblicitari si intravedeva una chiarissima scia chimica. In quel momento però non mi venne da sorridere e cominciai a pensare che tutto questo potesse avere un senso. Certo bisogna essere un po' paranoici e cospirazionisti per vedere il marcio in ogni cosa, ma l'esperienza mi porta a credere che a pensar male spesso non si arriva troppo lontani dalla verità. Dopo queste due scoperte pubblicitarie, ho lasciato perdere la TV, anche perchè due ore la settimana sono anche troppe, non volevo sollecitare i miei neuroni con così tanto materiale interessante.

Ieri sera invece ho potuto ammirare la maestria dei grafici della Dreamworks nella realizzazione delle più belle scie chimiche mai viste in un film d'animazione. Nel film “La gang del bosco” infatti ci sono svariati esempi di come l'industria cinematografica sia alle dipendenze dei signori del controllo di massa. Stavolta le scie chimiche non possono essere una semplice coincidenza durante le riprese di uno spot pubblicitario, sono state invece costruite ad arte e create dalla Dreamworks proprio per arricchire il film di queste ormai familiari nuvolette di morte che riempiono i nostri cieli.

La cosa disgustosa è assistere a questi messaggi subliminali in grado di alterare il pensiero delle persone. Vedendo le scie nei film e nelle pubblicità il cervello incamera l'informazione come normale e naturale. Quello che si vede in TV del resto oggi conta molto di più di quello che si legge o si sente dire in giro. Molte persone agiscono come le pecore, senza porsi nessuna domanda, talvolta vivendo con paraocchi che non permettono di alzare la testa e vedere quello che succede nei nostri poveri cieli. Pian piano queste scie chimiche stanno diventando una cosa normale, la gente crede siano nuvole particolari, magari dovute all'effetto serra, altri invece non si pongono neanche la domanda, liquidando il tutto in pochi secondi come normali scie di condensazione degli aerei.

Io non conosco la verità e non conosco lo scopo finale di questi esperimenti, quello che comprendo è il perchè delle scie chimiche. Un popolo controllato, ammalato, ucciso chimicamente è più facilmente gestibile.

Mi piacerebbe vedere il Ministro Pecoraro Scanio parlare in TV delle scie chimiche e spiegare agli italiani cosa stia succedendo, rassicurali che non c'è da temere in alcun modo per la salute, confortarli che questi magici geroglifici celesti sono soltanto delle semplici figure per far giocare i nostri figli a riconoscere gli animali nelle nuvole... ma credo proprio che non sia così.

Quando crediamo di aver toccato il fondo c'è sempre qualcuno che ci porta una vanga e ci invita a scavare sempre più in basso.

23 ottobre 2006


Torniamo al baratto!

Il baratto nacque come una forma di scambio di beni o prodotti al fine di garantire la libera circolazione delle merci o più in generale di servizi. Assistiamo impotenti alle notizie che ogni giorno riempiono i quotidiani e le televisioni sul rialzo dei tassi d'interesse, l'inflazione, oppure al recentissimo declassamento dell'Italia ad opera di Standard & Poor e Fitch. A volte sembra di ascoltare queste notizie con totale indifferenza, come se queste cose da banchieri o economisti non ricadano pesantemente sulle nostre tasche martoriate. L'economia italiana e mondiale è priva di qualsiasi garanzia, proprio perchè tende ad arricchire i più ricchi con giochi di potere e speculazioni subdole alle spalle dei soliti contribuenti. Si parla di finanziaria, di debito pubblico, ma non si parla quasi mai di sviluppo veramente sostenibile e dell'abolizione del cancro del SIGNORAGGIO e della moneta spazzatura. Il denaro ha perso lo scopo per il quale venne creato. Viene stampato come carta straccia e non esiste più un corrispettivo in oro che anni fa ne garantiva il reale valore. Tutto diventa telematico, automatico e “online”. Fra qualche anno non avremo più bisogno nemmeno di girare con un portafoglio, ci saranno dei microchip a pensare al conto del supermercato oppure all'abbonamento a sky. Tutto diventa invisibile e subdolo, tutto diventa controllo di massa, tutto è stato creato per facilitare l'acquisto di cose inutili. Per questi motivi e moltissimi altri sarebbe bello tornare al baratto. Lo scambio assumerebbe un significato reale, nessuno potrebbe fregare il prossimo perchè a fronte di una merce è necessario che ce ne sia un'altra di pari valore.

13 ottobre 2006


Se non è buono per loro figuriamoci per noi...

Dareste mai da mangiare un bel piatto di carne pieno di detersivi e pesticidi al vostro cane ?
Certamente no. Però noi mangiamo merendine, panini di Mc. Donald's, carne ormonata, pesce al mercurio e ogni tipo di schifezza.
Usereste mai l'acqua del rubinetto aggiunta di sale marino per il vostro preziosissimo acquario marino ?
Credo di no. Però noi la beviamo, cuciniamo e ci laviamo con quella stessa acqua, spesso ricca di cloroderivati e ammoniaca.
Vi preoccupate del pelo del vostro gatto. Arricchite la pappa con integratori di vitamine e sali minerali ?
Certamente si. Noi invece mangiamo sempre meno frutta e verdura e arricchiamo la nostra dieta con cibi privi di vita, cotti e altamente elaborati.
Vi preoccupate di usare lampade che favoriscano la fotosintesi delle piante negli acquari di acqua dolce ?
Certamente si. Allora perchè ci rinchiudiamo in uffici privi di finestre, al piano interrato con aria condizionata e senza alcun raggio di luce naturale.
Forse è il caso di cambiare le nostre priorità... e rimettere l'uomo al centro della nostra cultura del rispetto.

2 ottobre 2006


Sarà la volta giusta?

Oggi sono stati assegnati i premi Nobel per la medicina a due ricercatori americani, Fire e Mello. I due ricercatori hanno individuato nuove caratteristiche delle proteine capaci di operare come veri e propri interruttori in grado di disattivare un gene specifico. Oggi si guarda a questa scoperta, come a molte altre, con molto interesse. Tutto il mondo scientifico già pensa all'applicazione e alle prospettive per la cura di AIDS e Cancro. Mi fa piacere constatare che ci siano ricercatori a cui sta a cuore la ricerca e l'innovazione, ma purtroppo ci sono altri ricercatori, la maggior parte indipendenti, che vengono additati come eretici, radiati da ogni albo professionale, solo perchè esprimono e sperimentano rimedi innovativi che si oppongono alla medicina ufficiale. Oggi la ricerca è in mano all'industri farmaceutica e alle lobby mediche ed è comprensibile che non ci siano grandi “scoperte”. Sempre più spesso ci sono ricercatori indipendenti che puntano il dito sulle vaccinazioni, sulla metodologia diagnostica e sulle cure attualmente utilizzate dalla medicina ufficiale. Chi di loro riesce ad esprimere idee contrarie viene emarginato, a discapito della vera ricerca medica. Non a caso oggi ci troviamo ad avere molteplici alternative per la cura del cancro e poche risorse per verificarne l'efficacia. La Nuova Medicina Germanica ne è l'esempio. Nessuno vuole sperimentare e verificare le tesi del dottor Hamer, perchè semplicemente potrebbero essere corrette e di colpo annullerebbero gli ingenti patrimoni spesi per la ricerca e su tutte le malattie. Altri ricercatori sono sottoposti alla stessa procedura, basti ricordare il caso di Bella e la strumentalizzazione delle sue ricerche al fine di screditare totalmente una teoria alternativa. Oggi non abbiamo certezze che queste nuove cure possano funzionare, ma sarebbe bello poter provare e sperimentare giorno dopo giorno con obiettività e rispetto. In fin dei conti la cura del cancro potrebbe essere già fra noi, ma nessuno si prende la briga di verificarla. Il 21 Ottobre ci sarà una manifestazione importante a Roma per il riconoscimento e la richiesta di verifica della Nuova Medicina Germanica. Sarà la volta giusta ?

MANIFESTAZIONE INTERNAZIONALE
A ROMA , 21 OTTOBRE 2006

Tutti voi, che non potete più accettare che,
per oscurantismo medievale, pseudo-scientifico, o per ragioni potere e di denaro,
migliaia di persone soccombano atrocemente e inutilmente ai trattamenti ufficiali,
inflitti senza “conoscenza scientifica comprovata”, solo perché
da 25 anni rifiutano di verificare ufficialmente la NMG,
è il momento di mostrare presenza!

Di affermare a gran voce: “Vogliamo una medicina basata unicamente su
“conoscenze scientifiche comprovate” e chiediamo che le conoscenze della
Nuova Medicina Germanica del dott. Hamer, molte volte verificate anche a livello
universitario, vengano riconosciute ufficialmente! Esse rappresentano le uniche
acquisizioni in merito alla comprensione dei meccanismi di salute e malattia che,
allo stato attuale, rappresentano un modello coerente e scientifico comprovabile al
100% e chiediamo che vengano applicate ufficialmente in tutti gli ospedali e le
cliniche, per il bene di tutti i pazienti del mondo!
Questa è una prima tappa, il primo passo, verso un progetto di grande rispetto per
umanità. Le Cinque leggi Biologiche scoperte dal dott. Hamer costituiscono
realmente la chiave di volta per permettere ad ognuno di ritrovare la propria
dimensione, sia durante quel processo che chiamiamo malattia sia e soprattutto
nella propria vita!

Contiamo quindi su ogni persona disposta a lottare per la propria dignità e
il diritto alla salvaguardia della propria salute e di quella dei propri cari!

16 settembre 2006


Sarebbe meglio parlare di pace...

Non era sufficiente trascorrere il quinto anniversario dell' 11 Settembre e le relative accuse all' Islam. Non era sufficiente schedare come pericolo primario per il mondo lo stato sovrano dell'Iran e il suo legittimo diritto allo sviluppo della tecnologia nucleare per scopi civili. Non era sufficiente che un Paese come Israele attaccasse uno stato sovrano come il Libano compiendo una carneficina di civili e infrastrutture. Tutto questo non bastava, servivano anche le dichiarazioni del pontefice, mirate ad alimentare l'odio fra Occidente e Oriente. In un periodo in cui l'amministrazione americana non perde un secondo per enfatizzare il nemico musulmano e aumentare tutti i livelli di paura nella popolazione civile, il Papa proferisce dichiarazioni ambigue che lasciano spazio a fraintendimenti. Mi dispiace vedere come tutte le informazioni oggi vengano veicolate per alimentare lo scontro fra il bene (chiesa, cattolicesimo, Occidente) e male (moschea, islam, Oriente). Tutto questo è triste e drammaticamente scritto. Sembra di assistere ad un film in cui il finale è noto a tutti.

12 settembre 2006


3, Is the magic number

Il numero magico è tre. Mi sforzo di vedere la cosa da un lato diverso, ma alla fine, torno sempre al primo pensiero. Sia che si nasca in occidente, sia nel resto del mondo sono tre le cose che regolano la vita delle persone.

Industria Alimentare => $oldi
Industria delle Armi => $oldi
Industria Farmaceutica => $oldi


Chi abita come me in Italia vive in un paese bellissimo, apparentemente libero e nel totale benessere. Certo c'è chi sta peggio e chi sta meglio, ma in generale potremmo dire di essere fortunati. Abbiamo avuto la fortuna di poter andare a scuola, lavorare e formare una famiglia. Tutto questo è magnifico. Adesso per un attimo immaginate di essere il proprietario di una grande azienda farmaceutica o alimentare. Per aumentare i profitti bisogna incrementare le vendite dei medicinali o dei prodotti alimentari ed investire su campagne di marketing più possibilmente efficaci. L'idea allora è di inventare le malattie, modificare abilmente i parametri medici di diagnosi, oppure creare delle pubblicità rassicuranti.

Facciamo un esempio. Cambiando la soglia di allarme dei valori delle analisi del sangue, come è successo di recente con il colesterolo, si spostano milioni di persone “normali” nella fascia di persone affette da ipercolesterolemia. Questo gioco fa si che i medici, foraggiati dalle industrie farmaceutiche, prescrivano puntualmente farmaci per la riduzione del colesterolo, incrementando i fatturati delle industrie farmaceutiche in cambio di gadgets o regalini ad-hoc. Un altro esempio è legato agli additivi alimentari, conservanti e coloranti ormai presenti in ogni alimento. Mi diverte leggere gli ingredienti di quello che si trova nei supermercati, a volte è strabiliante. Le merendine per la colazione, che come la mamma ci insegna dovrebbero essere fatte di ingredienti genuini, contengono i peggiori additivi e conservanti possibili (La mamma sceglie del buon latte e dei cereali per la colazione del suo bambino, peccato che i cereali sono invisibili o in tracce e il latte è in polvere, per non parlare della lievitazione naturale o delle uova anch'esse in polvere). Inoltre gli unici ingredienti che la natura offre in abbondanza come latte e uova vengono disidratati oppure polverizzati per rendere più agevole la composizione finale. Tutti questa spazzatura contribuisce ad indebolire il fisico umano e abitua soprattutto i bambini a disconoscere i sapori veri degli alimenti principali, richiedendo automaticamente e inconsciamente sempre e solo cibo spazzatura nel corso della loro crescita. Una volta che il fisico è debole e destabilizzato è molto più facile essere soggetti a malattie stagionali, allergie, micosi, stipsi, problemi con la digestione e obesità. Tutto questo confezionato a regola d'arte dall'industria alimentare, pronta a passare il testimone a quella farmaceutica per la cura di soggetti sempre più a rischio. Se si analizza il decorso delle malattie “storiche” si può notare come quasi tutte sono in decrescita mentre prendono piede malattie moderne, il vero business farmaceutico, nella giungla dei brevetti e delle nuove ricerche mediche.

In questo modo ,ad esempio, è semplice fa passare la menopausa come una malattia, piuttosto che come un passaggio naturale e fisiologico della donna (Per milioni di anni la donna ha vissuto questo passaggio con naturalezza e tranquillità, consapevole che fosse un traguardo fondamentale dell'età adulta). Questo passaggio fisiologico viene disturbato dalla somministrazione di quantità spropositate di ormoni di sintesi che contribuiscono a modificare il delicato passaggio fisiologico creando scompensi ancora maggiori.

Anche l'osteoporosi è diventato un grave problema. Basterebbe osservare per capire. Invece di imbottirsi di latte e latticini, convinti che il calcio sia la soluzione ai nostri problemi (o peggio ancora integratori di calcio di sintesi), basterebbe eliminare proprio i prodotti ricchi di calcio provenienti dagli animali e integrare frutta e verdura, una fonte maggiormente assimilabile dall'organismo. Inoltre assumere quantità di calcio spropositate senza un discreto apporto di magnesio e fosforo è completamente inutile, in quanto i due elementi sono necessari e vanno assunti insieme per avere un corretto apporto. Paesi come il Giappone o la Cina, in cui il latte e il formaggio quasi non esiste, sono i Paesi con minor incidenza di osteoporosi. Inoltre l'alimentazione orientale è basata sul pesce e sui cereali (oltre al famosissimo riso cinese), molto più indicati per una corretta dieta moderna. Ci sono molti altri esempi, come i disturbi legati all'irritabilità del colon, l'abuso di zuccheri, etc..., etc... ma lasciamo queste considerazione a nutrizionisti e medici molto più esperti di me.

Chi vive in paesi sottosviluppati invece subisce un altro trattamento di riguardo. La carenza di generi di prima necessità e di alimenti basilari contribuisce a creare un disagio profondo fra le popolazioni locali. Non potendo mangiare, istruirsi e vivere una vita normale, a volte i bambini diventano dei veri e propri soldati, che uccidono coetanei già all'età di cinque o sei anni. Le guerre africane sono l'esempio di come l'Occidente sia cieco di fronte ai problemi di alcuni Paesi e continui a perpetrare politiche che rendano ancora più indebitati i paesi del continente nero. Non potendo mangiare appunto l'alternativa sono le armi e le guerre per l'accaparramento dei territori e delle risorse. Purtroppo poi il meccanismo macabro e perverso porta non solo alla malnutrizione, ma ovviamente anche a malattie note che sono state sconfitte in Occidente decine di anni fa. Ovviamente qui l'industria alimentare fa molta fatica a trarre profitti.

Ricordo un articolo di molto tempo fa che accusava la Monsanto di aver creato un tipo di soia transgenica in grado di uccidere il feto nelle prime settimane. Questo non è stato mai dimostrato, ma lo scenario è dei più tristi e raccapriccianti. Eseguire un controllo delle nascite in un modo così barbaro è paragonabile ai peggiori crimini contro l'umanità.

Ci sono molti altri fattori che regolano i complessi meccanismi oligarchici mondiali, basti pensare alle Banche (Armate), al Signoraggio della moneta e al traffico internazionale di droga. Sarebbe bello cambiare le carte in tavola e ripartire da zero, forse i nostri figli erediterebbero un mondo migliore.

11 settembre 2006


Ancora fango sulla morte di Dirk

La testimonianza di Niki Pende, il medico che quella notte del '78 fu aggredito da Vittorio Emanuele

Savoia, si riapre il caso Hamer "Se la cavarono grazie a Giscard"
di LAURA LAURENZI

ROMA - Bufera dopo le intercettazioni di Vittorio Emanuele di Savoia, quelle parole pronunciate nella cella di Potenza in cui il figlio dell'ultimo re d'Italia ha ammesso di avere sparato a Dirk Hamer e di avere "fregato i giudici". Insorge il Codacons: "Il Csm punisca severamente chi autorizza e diffonde intercettazioni inutili". E aggiunge: "Nello specifico, se Vittorio Emanuele ha gabbato a suo tempo i giudici francesi, questo vuol dire che egli ha esercitato bene il suo diritto etico e giuridico di difendersi, e che probabilmente quei giudici che hanno sbagliato erano o incapaci, o incorrotti". Per l'avvocato difensore Giulia Bongiorno le parole del principe "sono solo piccoli frammenti estrapolati da contesti molto più ampi".

Parole destinate a riaprire una ferita "che scotta ancora", commenta Niki Pende, il medico romano con la fama del playboy con il quale, quella maledetta notte del 17 agosto '78 a Cavallo, Vittorio Emanuele ebbe una lite per l'uso di un canotto, degenerata in una sparatoria. "Dovevo morire io al posto di quel ragazzo, era me che voleva colpire quel vigliacco, voleva darmi una lezione", racconta.

Chiede che sia fatta giustizia, dopo un processo che non esita a definire "comprato, una barzelletta, una vergogna". Si domanda perché la magistratura francese, dopo avere assolto Vittorio Emanuele, "non abbia alzato un dito per cercare il vero colpevole". E chiede un po' di giustizia anche per sé: "La nostra fu raccontata come una lite fra due gaudenti che conducevano una vita futile, mentre invece è esplosa perché quella notte c'era una persona che girava armata e non ha esitato a fare fuoco e a uccidere".

"La famiglia Hamer è stata perseguitata in tutti i modi dalla sventura, tartassata. Vittorio Emanuele ha ucciso il povero Dirk Hamer due volte: la prima quando gli ha sparato e la seconda quando grazie ai suoi mezzi avrebbe potuto salvargli la vita ma non lo ha fatto".

Invece di essere immediatamente trasportato in elicottero o in aereo o con un motoscafo veloce in un grande ospedale attrezzato, Hamer fu curato da un medico locale, in Corsica: "Dopo otto ore fu messo nelle mani di un chirurgo ottantenne che si limitò a suturargli la ferita, mentre avrebbe dovuto fargli un bypass". E così la gamba andò in cancrena e cominciò quell'atroce agonia che sarebbe durata 111 giorni.
Pende torna a ripetere che si trattò di "un processo corrotto. E poiché lo sapevano tutti, quello che mi stupisce è che Vittorio Emanuele, una volta rientrato in Italia, sia stato ricevuto non solo dalle massime autorità dello Stato, ma anche dal Papa. E mi indigna anche che quel verme non si è mai pentito, non ha mai chiesto perdono".

Ci sarà un nuovo processo? Pende tende ad escluderlo: "Penso che succederà ben poco. Se la magistratura di uno Stato assolve, non credo che la magistratura di un altro Stato, grazie a delle intercettazioni, possa far riaprire il caso per un fatto che è accaduto fuori dai suoi confini. Ma la giusta punizione per Vittorio Emanuele è la pubblica gogna. Che tutti sappiano chi è e che cosa ha fatto, visto che è stato lui stesso a raccontarlo. Uno che, prima di mettersi a sparare quella notte a Cavallo - lo sapevano tutti - faceva il venditore d'armi per Giscard d'Estaing, che poi lo ha salvato. Vendeva armi all'Iran e a piccoli dittatori sanguinari".

Da lunghi anni ormai Birgit Hamer, già Miss Germania nel 1976, anche lei presente sulla barca la notte della sparatoria, è tornata a vivere in Germania, da dove segue a distanza le vicende giudiziarie del principe di Savoia. "Ci siamo sentiti molto spesso, l'ultima volta a giugno, dopo l'arresto di Potenza, mi chiedeva se si sarebbero aperti spiragli per una revisione del processo", racconta Pende. Dieci anni fa la Corte per i diritti dell'uomo di Strasburgo respinse una richiesta per risarcimento danni dell'equivalente di circa tre miliardi di lire che la sorella di Dirk Hamer avanzò nei confronti dello stato francese. Il ricorso era basato sull'eccessivo dilatarsi dei tempi - 13 anni - prima della conclusione del processo. Nel respingerlo, ribaltando la sentenza di primo grado, la Corte stabilì che Birgit Hamer non era "parte direttamente interessata".

Fonte: http://www.repubblica.it/

***

Anche oggi su Repubblica.it leggo un articolo che parla dei Savoia e di come hanno lasciato senza soccorsi il povero Dirk Hamer, che con i mezzi e le cure immediate non sarebbe mai morto. Il principe non ha mai chiesto scusa e non si è mai dispiaciuto del fatto compiuto. La cosa più triste è che ne parli ancora con così tanta superficialità e venga ancora trattato con tutti gli onori che si riservano alle alte cariche dello Stato. Dovrebbe essere considerato come il peggior delinquente e sbattuto in galera per sempre!

10 settembre 2006


Il disprezzo della vita di un ragazzo

Fonte: Repubblica.it

Intercettato in carcere mentre parla del processo per la morte di Dirk Hamer, ucciso nel 1978 da una sua fucilata in Corsica

Vittorio Emanuele, cimici in cella "Ho fregato i giudici francesi"

Per queste parole il gip ha confermato il divieto d'espatrio. Ma ci sono anche insulti ai magistrati della procura potentina.

POTENZA - "Anche se avevo torto... devo dire che li ho fregati". Così, nella sua cella al carcere di Potenza, Vittorio Emanuele di Savoia si riferiva ai giudici francesi che lo hanno assolto per la vicenda di Dirk Hamer, ferito a morte da una fucilata del principe il 18 agosto 1978 sull'isola di Cavallo, in Corsica.

L'ammissione, registrata attraverso una microspia, è citata dal gip potentino Rocco Pavese per motivare la conferma del divieto di espatrio.

"Avevo torto, ma ero sicuro di vincere"
La conversazione (probabilmente con il gestore messinese di videogiochi Rocco Migliardi) è stata intercettata il 21 giugno da una cimice fatta mettere in cella dal pm Woodcock. L' indagato, scrive il gip, ammette di avere torto e di essere tuttavia uscito vittorioso. "Il processo - dice il principe al telefono - anche se io avevo torto... devo dire che li ho fregati... eccezionale, venti testimoni e si sono affacciate tante di quelle personalità pubbliche. Ero sicuro di vincere. Io ho sparato un colpo così e un colpo in giù, ma il colpo è andato in questa direzione, è andato qui e ha preso la gamba sua, che era steso, passando attraverso la carlinga".

"I giudici sono degli stronzi"
Il gip Pavese, nell'ordinanza del 4 settembre, cita anche una dichiarazione offensiva di Vittorio Emanuele verso i magistrati italiani, che lo hanno indagato per associazione a delinquere. "Sono dei poveretti, degli invidiosi, degli stronzi - dice al telefono a un conoscente il 28 luglio, dopo la liberazione - Pensa a quei coglioni che ci stanno ascoltando... sono dei morti di fame, non hanno un soldo. Devono rimanere tutta la giornata ad ascoltare, mentre probabilmente la moglie gli fa le corna".

Cinismo e disprezzo
Queste affermazioni, secondo il gip, mostrano "cinismo e disprezzo per la legittima attività investigativa e giurisdizionale, a ulteriore dimostrazione del persistere dell'esigenza cautelare". Il gip conferma quindi le motivazioni che il 27 luglio scorso avevano portato il tribunale del Riesame potentino a respingere la prima istanza di revoca: il pericolo di fuga, favorito dalla disponibilità di abitazioni all'estero, ingenti risorse economiche e una fitta rete di rapporti internazionali.

Nessun indulto
Secondo Pavese, queste motivazioni sono rafforzate dalle nuove intercettazioni e dal fatto che il principe, nell'interrogatorio davanti al pm (chiesto dalla difesa), "si è avvalso quasi integralmente della facoltà di non rispondere". Vittorio Emanuele non può neppure chiedere la revoca della misura cautelare in previsione dell'indulto per un'eventuale condanna, "poiché la pena applicabile all'indagato è molto elevata".

L'erede dei Savoia è indagato da tre procure: quella di Potenza per associazione a delinquere, quella di Roma per la presunta corruzione ai monopoli di Stato e quella di Como, per la presunta corruzione del sindaco di Campione d'Italia.
(9 settembre 2006)

Tratto da Repubblica.it

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Provo disgusto e sdegno nel dover leggere ancora notizie su Vittorio Emanuele. Non contento di essere stato incarcerato e indagato per crimini di dubbia moralità, devo assistere alle dichiarazioni riguardanti la vicenda legata alla morte di Dirk Hamer, figlio dell'ormai famossisimo fondatore della Nuova Medicina. Il disprezzo della vita altrui, di un ragazzo giovane e pieno di vita come Dirk, colpevole di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato, mi riempiono di rabbia nei confronti di una persona così viscida e priva di dignità. Per anni è vissuto perpetrando scempi con i soldi reali, permettendosi di criticare la politica italiana e la sua ostilità nel provvedimento di cancellazione dell'esilio. Si permette di trattare l'omicidio con leggerezza e superficialità, essendo fiero di aver fregato la magistratura. Persone di questo tipo meriterebbero i lavori forzati per tutta la vita, meriterebbero di pagare le sofferenze di un padre che vede morire il figlio fra le sue braccia, meriterebbero di marcire in una cella di isolamento a vita. Mi auguro di non dover leggere queste dichiarazioni su nessun giornale, mi auguro che la famiglia Hamer venga lasciata in pace, ogni parola spesa in più è come infilare un coltello in una ferita aperta.

Foto: Dirk Hamer
Nato il 11 Marzo 1959
Morto il 18 Agosto 1978 per un colpo sparato da Vittorio Emanuele.
Vittorio Emanuele, processato in Francia, venne condannato nel '91 a sei mesi con condizionale per porto abusivo d'arma da fuoco ma prosciolto dall'incriminazione per omicidio volontario.

Il 18 agosto 1978 , alle tre del mattino succede qualcosa d'orribile: un italiano, il principe di Savoia, improvvisamente impazzito o ubriaco all'Isola di Cavallo, spara dei colpi e colpisce il figlio del dott. Hamer, Dirk, che stava tranquillamente dormendo in una barca vicina. Il problema è soprattutto che Dirk non viene soccorso subito ma viene lasciato a dissanguare per circa 6 ore. Per più di tre mesi Dirk lotta tra la vita e la morte, subisce un'amputazione della gamba e 19 interventi operatori, mentre il padre veglia angosciato al suo capezzale giorno e notte.

Poi il 7 dicembre 1978 suo figlio Dirk muore. Questa perdita inaspettata cambia per sempre la vita del dott. Hamer e della sua famiglia. Poco dopo la morte di suo figlio lui si ammala di cancro ad un testicolo. Lavorando come primario in ginecologia nella clinica oncologica universitaria di Monaco, gli viene il dubbio che la sua malattia possa essere in rapporto allo choc per la morte del figlio e quindi non causata da una “cellula impazzita”. Inizia a supporre che sia in relazione al cervello. Chiede alle sue pazienti se anch'esse avessero vissuto un avvenimento terribile e inaspettato, e scopre che tutte, in effetti, avevano subito un evento traumatico prima di ammalarsi. Così capisce che lo choc della perdita del figlio vissuto tre anni prima, era l'origine del suo cancro al testicolo. Si trattava di uno choc biologico, drammatico, inaspettato, al quale era assolutamente impreparato e che l'aveva colto “in contropiede”.
...

Per saperne di più visitate il sito della Nuova Medicina Germanica

31 agosto 2006


Spiegaci, Massimino…

di Carlo Bertani
Fonte: www.carlobertani.it

«Non perder l'ora;
ma parla, e chiedi a lui, se più ti piace».
Dante Alighieri – Inferno – Canto XIII

Mentre si stanno ancora stilando i tristi inventari della guerra in Libano – circa 1500 morti libanesi e 250 israeliani – Tel Aviv ha ripreso con regolarità la mattanza a Gaza: dal 28 giugno ad oggi, i morti palestinesi a Gaza sono stati 225 (fra i quali ben 62 bambini) e 900 feriti (ANSA, 30 /8/2006). Quando fu decisa la missione in Libano, mi par di ricordare che il Ministro D’Alema “non escluse” l’invio di un contingente ONU anche a Gaza, perché è intollerabile che quotidianamente s’ammazzi la gente (i 62 bambini erano “terroristi”?) nel silenzio più assoluto delle cancellerie europee. Non è molto “fine”, via, ammettiamolo. E passi che, oramai, Washington non tenti nemmeno più di recuperare un minimo di credibilità nel mondo arabo: quel poco che rimaneva sta svanendo con il sangue che arrossa le strade dell’Iraq, ma noi andiamo là per una missione di pace. O no? Il pericolo che i soldati italiani corrono non è quello di prendersi un razzo da Hezbollah oppure una bomba da un aereo israeliano: i danni possono farli solo i politici, con le loro dichiarazioni poco attente alla realtà internazionale, soprattutto per uno che di mestiere fa il Ministro degli Esteri. La dichiarazione sorprendente di Massimo D’Alema riguarda il disarmo di Hezbollah: mentre tutti sembrano d’accordo per un graduale accorpamento delle milizie sciite nell’esercito libanese, Massimino Settebellezze se ne esce bello bello a dichiarare che “se la Siria non smetterà di rifornire Hezbollah, la comunità internazionale non rimarrà indifferente”. Ora, Massimino, sappiamo che tu vivi tranquillo fra Roma, Gallipoli e la tua sontuosa barca a vela, ma così non è per i militari italiani che fra pochi giorni si troveranno catapultati fra l’esercito israeliano al quale brucia ancora il sederino per la constatazione di non essere riuscito a distruggere Hezbollah e le milizie sciite che sono fiere d’aver fermato Tzahal. Non si tratta proprio di una scampagnata – questo il governo italiano lo ha più volte ricordato – ma se così non è, proprio il Ministro degli Esteri italiano deve mettercela tutta per dar fuoco alle polveri? Si potrà replicare che la risoluzione 1701 prevede “il disarmo delle milizie”, ma non si fa cenno a chi debba disarmarle:

art. 8

Full implementation of the relevant provisions of the Taif Accords, and of resolutions 1559 (2004) and 1680 (2006), that require the disarmament of all armed groups in Lebanon, so that, pursuant to the Lebanese cabinet decision of 27 July 2006, there will be no weapons or authority in Lebanon other than that of the Lebanese State;

-- no foreign forces in Lebanon without the consent of its Government;
-- no sales or supply of arms and related materiel to Lebanon except as authorized by its Government;
-- provision to the United Nations of all remaining maps of land mines in Lebanon in Israel’s possession;

Esecuzione completa delle disposizioni relative degli accordi di Taif e delle risoluzioni 1559 (2004) e 1680 (2006), che richiedono il disarmo di tutti i gruppi armati in Libano, di modo che, conforme alla decisione del governo libanese del 27 luglio 2006, non ci siano armi od altre autorità in Libano tranne quelle dello stato libanese;

-- non ci siano forze straniere nel Libano senza il consenso del relativo governo;
-- non ci sia vendita o rifornimento di armi nel Libano tranne quelle autorizzate dal governo libanese;
-- consegna alle Nazioni Unite di tutte le mappe dei campi minati nel Libano ancora in possesso d’Israele;

Nella risoluzione – in moltissimi punti – si richiama alla responsabilità del governo di Beirut per il disarmo di Hezbollah: per quale motivo? Il compito di gestire le forze armate di un paese spetta al legittimo governo di quella nazione ed a nessun altro: sarebbe un precedente assai rischioso – per l’ONU – creare un precedente grazie al quale siano le Nazioni Unite a decidere della politica di difesa di una nazione. Il caso dell’Afghanistan fu diverso; in quel caso, il governo talebano di Kabul era riconosciuto da soli tre stati: Arabia Saudita, Pakistan (!) ed Emirati Arabi Uniti, mentre il governo libanese è pienamente riconosciuto in tutti i consessi internazionali. Israele ha quindi ragione quando addossa al governo di Fouad Siniora la responsabilità delle azioni militari di Hezbollah: il problema è che Hezbollah è un partito politico, ed è difficile sostenere che si tratti di una forza straniera, giacché è composta da libanesi. La presenza di militanti d’altre nazionalità non deve stupire troppo: siriani e libanesi si considerano quasi un solo popolo (furono entrambi colonizzati dai francesi) ed è inutile qui ricordare che le “frontiere di burro” del Medio Oriente nascono dalle squadrette con le quali i solerti geografi inglesi e francesi le tracciarono sulle mappe, che non avevano alcun riscontro con le realtà locali. Il “disarmo” di Hezbollah è quindi un problema d’assetto interno libanese – che il Libano dovrà risolvere – ma nessun potere esterno al Libano (tanto meno Israele, che ha dovuto ricorrere all’ONU per salvare la faccia in una situazione militare che diventava sempre più critica) può esigere che Hezbollah sia disarmato. Ovviamente, una forza armata riceve rifornimenti: se la Siria invia rifornimenti ad Hezbollah ed il governo libanese non si oppone (o non ha la forza per farlo, il che dimostra chi veramente rappresenta politicamente il Libano) vogliamo inviare i nostri soldati sulla frontiera con la Siria per farli massacrare dai più che certi attacchi (di qualsiasi tipo) che andrebbero a subire? Massimino, rifletti un attimo e magari correggiti: puoi sempre affermare che il tuo pensiero è stato “distorto” dalla stampa tanto, con le sovvenzioni che ricevono annualmente dal governo, stai certo che faranno retromarcia, reciteranno il mea culpa e si cospargeranno il capo di cenere. Sempre per l’annosa questione delle armi, il sottoscritto ha la ventura d’abitare proprio sotto un corridoio aereo, e qualche volta riesce a notare i velivoli commerciali che strapazzano i cirri, lassù, nel silenzio delle alte quote. Ebbene, nei giorni della guerra era tutto un passa e ripassa di strani voli che sembravano commerciali, ma che dal rumore dei motori – quel buu-buu basso – non parevano carichi di gente che andava in vacanza. No, erano i C117 dell’USAF che portavano i rifornimenti d’armi ad Israele: non lo sapevi? Sì, volano bassi – fra i 10 ed i 15.000 piedi – perché sono così carichi che non ce la fanno a volare più alti: con quel che pesano quelle bombe da una tonnellata e quelle a frammentazione! Sbaglio o sono proibite? Chiedilo magari ad Annan, lui dovrebbe saperlo. La sera del 10 agosto mi recai alla spiaggia per vedere qualche stella cadente – cosa vuoi, noi comuni mortali chiediamo solo un po’ di salute e di riuscire a pagare il mutuo, mica veleggiamo su yacht da milioni di euro – e, mannaggia se riuscii a vederne una! Sì, c’era qualche nuvola, ma che traffico! In un’oretta e mezza ne contai sette: alcuni volavano a coppie, altri soli soletti e tutti si dirigevano verso sud est come una mandria, una carovana di some colme d’esplosivo. Mi è venuto allora un dubbio: chi decide chi può ricevere rifornimenti e chi no? Bella domanda vero? Non mi sembra che le bombe israeliane (con targa USA) si comportino meglio dei razzi (con targhe siriane, iraniane, ecc) di Hezbollah: Oddio, forse si comportano meglio: la “partita” è finita con un centinaio di civili israeliani massacrati dai razzi che giungevano dal Libano e con un migliaio di civili libanesi spappolati dalle bombe israeliane. Sì, le armi americane si comportano meglio, hanno una ben diversa reputazione. C’è qualcuno – che so io, un “Comitato Planetario della Buona Bomba” – che pone l’imprimatur sui rifornimenti d’armi? C’è un apposito ufficio che timbra le bombe ad una ad una, mette una targhetta, un segno con il pennarello indelebile, cosicché noi possiamo riconoscere una bomba buona da una cattiva? Oppure dobbiamo giudicarle solo dopo che sono scoppiate? Dai, diccelo… No, perché ci assalgono dei dubbi che giungono da lontano, dal 1999, dal Kosovo. Rammenti? Ricordiamo tutti la solerzia con la quale concedesti l’uso delle basi italiane per bombardare Belgrado, poi – all’improvviso – crepi l’avarizia! Inviasti anche i nostri AMX a buttar bombe, ovviamente buone. Nulla da eccepire per gli aerei: sappiamo che gli AMX cadono da soli – fino ad oggi 18 sono caduti in esercitazione, parecchi piloti morti, perché per risparmiare hanno montato su un aereo da combattimento il motore di una cinquecento, al punto che alcuni anni fa la magistratura italiana (unico caso al mondo!) sequestrò tutti e quanti gli AMX dell’AMI – ma non era proprio il caso di mandarli a piovere sulla testa dei poveri jugoslavi! E poi: che figura, dai… La Grecia – nostra cara vicina e maestra di vita, che ricambiammo nel 1941 con un attacco da rubamazzetto per averci insegnato i rudimenti della civiltà – rifiutò agli americani l’uso dei porti e degli aeroporti greci: hai capito te che razza di filosofi? La curiosità che ci coglie è quella di sapere se anche questa volta hai concesso l’uso delle nostre aerovie per trasportare le bombe americane ad Israele, bombe buone, lo abbiamo notato, e se qualcuno ci ha detto qualcosa in merito. Sì, perché ci coglie un dubbio: le bombe, forse, non sono buone o cattive per loro natura, ma ogni governo può decidere in autonomia del loro valore morale (!). Se i greci si sono permessi – nel 1999 – di giudicare “cattive” le bombe americane, perché tu le consideri tutte buone? Guarda che bisogna osservare sempre con attenzione: il settebello non vale mica come il sei di picche! Per quanto riguarda la consegna delle mappe dei campi minati – un aspetto non poco importante, perché è su quelle mine che ci lasciano la pelle i civili – siamo certi che Israele lo ha già fatto: confermi Massimino? Beh, altrimenti…chiedilo di nuovo ad Olmert, prova a genufletterti, a metterti in testa la kippà…prova a corteggiare la Livni oppure manda Fini, che ha delle “aderenze” in loco… Ah, c’è un’altra cosa che devi chiedere ad Olmert – quando lo vedi, per carità, senza fretta – che riguarda anch’essa la risoluzione 1701:

art. 5
Also reiterates its strong support, as recalled in all its previous relevant resolutions, for the territorial integrity, sovereignty and political independence of Lebanon within its internationally recognized borders, as contemplated by the Israeli-Lebanese General Armistice Agreement of 23 March 1949;

Inoltre reitera il suo forte richiamo, come ricordato in tutte le relative risoluzioni precedenti, per l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza politica del Libano all'interno dei relativi confini internazionalmente riconosciuti, come contemplato dall'accordo generale Israeliano-Libanese d’armistizio del 23 marzo 1949;

Ma Porca l’oca! Scusa se mi è scappata…stiamo qui a raccontarci mille storielle su chi deve ritirarsi per primo, chi deve aspettare la forza ONU, chi deve rimanere e chi deve migrare, chi sono quelli autorizzati a stare a sud del Litani e quelli che invece possono pescare solo sulla riva nord…e questi è dal 1949 che non rispettano le risoluzioni dell’ONU? Massimino, spiegaci l’arcano: perché nel terzo millennio – nella grande Era Acquariana della pace e della prosperità per tutti i popoli – dobbiamo andarci ad impelagare con un accordo di pace del 1949?!? Ma, israeliani e libanesi, stavano in pace od in guerra? Tu lo sai?

Per quel che so io non lo sanno più nemmeno loro, ma c’è un altro aspetto che mi sembra interessante; il Libano non è ritenuto uno stato, una nazione, un paese come tanti altri: è uno stato-sandwich, anzi è quasi un salame od un prosciutto, perché gli israeliani non l’hanno invaso ed occupato a più riprese tutto intero, ma a fette. Sharon se ne fece una bella abbuffata nel 1982 – quasi mezzo chilo tagliato a fette spesse, ed un po’ gli rimase sullo stomaco, bisogna ammetterlo – e forse perché era un po’ indigesto gli israeliani se ne andarono, ma non da tutto il Libano: qualche fettina rimase attaccata alla carta, di quelle che restano dimenticate nel fondo del frigorifero e che si finisce per darle al gatto.

Se la politica internazionale si è ridotta a comportarsi come un pizzicagnolo – con la mano sudata appoggiata all’affettatrice – allora c’è speranza per tutti! Io sono un “innamorato” della Dalmazia: che dici, se entro in politica riuscirò a comprare tre etti dell’isola di Pago oppure quattro fette di Lussino? Fammi sapere, perché mi piace osservare le dolci pennellate delle barche a vela sull’azzurro del mare, soprattutto se hanno due alberi e tante vele, come la tua.

Vorrei raccontarti altre storielle, sapere cosa ne pensi della riunione di 600 capitribù iracheni che hanno solennemente giurato di non ammazzarsi più fra di loro, ma so che hai tanto da fare e che sei pure un po’ incavolato perché hai passato un’estate di m… mentre Berlusconi aveva un sacco di tempo libero e si trastullava con la barca in Sardegna. Che dici, i capitribù iracheni sono sinceri? E se non sono loro a soffiare sul fuoco dello scontro etnico in Iraq, c’è qualcun altro che ci prova? Magari perché non sa più che pesci pigliare e teme di non farcela a vincere le prossime elezioni, nonostante le macchinette della Diebold?

No, perché la teoria dell’affettatrice può essere applicata anche all’Iraq. La Turchia vuole due etti di Kurdistan? Si può vedere…intanto ha già spostato fior di truppe sul confine Rimangono gli avanzi, i resti delle cene mai concluse. Che ne facciamo del Kosovo? Una parte la consumiamo subito e quel che resta lo infiliamo nel congelatore? E della Bosnia? Dai, rispondici, raccontaci veramente come stanno le cose perché – sai – un giorno o l’altro potremmo stufarci di farcelo fare a fette, e non sarebbe proprio un gran brutto giorno.

30 agosto 2006


D'Alema come la Rice

A volte credo che il sole faccia male... Le ultime dichiarazioni di D'Alema lasciano perplessi sulla politica estera italiana. Sembra di assistere all’ennesimo discorso del segretario di stato americano. Il costante monito al disarmo unilaterale dei presunti terroristi islamici, degli Hezbollah, delle presunte armi provenienti dalla Siria.

"Se la Siria prosegue a rifornire di armi gli Hezbollah libanesi, la comunità internazionale non resterà a guardare" ha affermato oggi il ministro degli esteri. Mi chiedo se questa ennesima presa di posizione inutile, la voglia di protagonismo di un governo di sinistra che poco tempo fa andava nelle piazze a sventolare la bandiera della pace, non sia completamente un atto demagogico. Per cinque anni abbiamo criticato il governo Berlusconi e la sua politica filoamericana. Oggi l’Italia sta compiendo le stesse azioni e gli stessi passi verso missioni di guerra in terre ostili, per difendere gli interessi si Israele. Mi chiedo dove siano finite le bandiere della pace che infestavano pacificamente i balconi delle case degli italiani. Mi chiedo se la poltrona del presidente della camera sia così comoda da non alzarsi nemmeno per una dichiarazione che arrivi a un accordo di pace. Mi chiedo dove siano finiti i sindacati, le marce, i girotondi... forse stanno tutti troppo comodi sulle poltrone istituzionali. Buon riposo gentili ministri e presidenti. Non serve che vi preoccupiate più di tanto. I nostri cari ragazzi col cappello blu stanno già navigando verso la pace...



Sindaco audace...

Sindaco Caracas espropria 2 golf club per costruire case popolari



Fonte: http://news.bbc.co.uk
Traduzione: http://www.peacereporter.net

Il sindaco 'chavista' di Caracas, Juan Barreto, ha ordinato l'esproprio del terreno di due esclusivi circoli di golf frequentati dai ricchi della capitale - il Country Club e il Valle Arriba Club - per destinarlo alla costruzione di quartieri in cui alloggiare le centinaia di migliaia di poveri che attualmente vivono nelle favelas che circondano i club.

29 agosto 2006


Salpati i 220 Milioni di Euro

Duecentoventimilioni di euro è il costo dell'operazione “Leonte”, la missione italiana per la pacificazione del Libano. Mi chiedo se questi soldi avessero aiutato gli italiani che non riescono ad arrivare alla fine del mese, oppure quelli che muoiono in attesa di una visita in ospedale. Certo, l'Italia è di nuovo tornata a contare in Europa e nel mondo. La politica estera ha dato centralità alle Nazioni Unite e i burattini del governo si compiacciono con pacche sulle spalle uno con l'altro. L'estrema sinistra ha solo accennato una fioca contrarietà alla missione, perdendo così in via definitiva l'orgoglio e la dignità di forza politica sociale e di pace. I verdi invece di occuparsi dell'uranio impoverito presente nelle zone di guerra in cui i soldati italiani si apprestano ad arrivare, inviano fiori profumati e cioccolatini di auguri.

"L'Italia vi segue con affettuosa attenzione e vi è vicina per quello che vi apprestate a fare" . Romano Prodi (“fonte: La Repubblica”)

Le parole di Prodi alla partenza della nave Garibaldi sono quelle di un padre affettuoso che manda i figli (altrui ovviamente), a morire in un territorio pesantemente destabilizzato delle forze di occupazione israeliana. Mi auguro solo che gli italiani non diventino gli scudi umani utilizzati per testare le nuove armi di distruzione e morte di Israele.

"Speriamo -ha dichiarato il senatore a vita- che la missione non diventi, a causa della pasticciata risoluzione 1701, contro Israele, perchè questo è il mio timore, e a difesa degli Hezbollah e di Hamas. Se si fa eccezione per Prodi, che cerca di mediare, Giuliano Amato, Rutelli ed Emma Bonino, l'atteggiamemto in generale del governo italiano è nella sua maggioranza anti israeliano e in realtà antisemita, perchè l'anti israelismo è la maschera dell'antisemitismo". Francesco Cossiga (“fonte: La Repubblica”)

Il caldo estivo deve aver sicuramente fatto male anche all'emerito presidente Cossiga. Accusare di essere antisemita chiunque condanni le stragi israeliane, continua ad essere una vera e propria crociata demagogica priva di ogni senso. Ricordiamo al presidente che Israele ha attaccato uno stato sovrano come il Libano distruggendo infrastrutture civili, uccidendo civili, testando armi di nuova concezione su civili, senza una reale minaccia di guerra dal Libano stesso.

Infine la foto in alto di Prodi e Parisi assomiglia vagamente alle foto scattate a Bush e Rumsfeld durante le visite in Iraq. Spero rimangano solamente analogie fotografiche. Le manie di protagonismo internazionale del governo Prodi non servono a nulla, piuttosto servirebbe riportare a casa tutti i militari e pensare a politiche che davvero aiutino gli italiani a risorgere in un Paese allo sbando. I pregi dell'Italia dovrebbero essere di carattere scientifico o umanistico, non serve a nulla avere il comando di una missione di guerra.

26 agosto 2006


Lo Stato e il Regime

Di tanto in tanto mi soffermo a leggere la costituzione italiana, un documento vecchiotto ormai paragonabile ai testi sacri che rimangono sul comodino pronti per essere letti prima di andare a dormire. Negli ultimi anni però, la carta costituzionale (ormai più consona ad essere usata per scopi meno degni) viene ignorata e calpestata da leggi e decreti che ne ignorano il suo contenuto. Il presidente della Repubblica, vigila su questo scempio, non avendo però mai la forza e la volontà di metter fine agli attacchi indiscriminati dei politici di turno. Dopo il referendum confermativo della legge sulla modifica della costituzione, fallito con un discreto margine, resta quanto mai attuale il ruolo di un pezzo di carta voluto molti anni fa dai nostri predecessori. Se ogni cittadino si attenesse ad osservare i principi in essa contenuti, forse tutti noi godremmo di diritti e privilegi che ultimamente vengono privati con colpi di mano. I furbetti che governano sono impegnati a siglare accordi economici che mirano al disfacimento dello Stato e preparano la torta per gli investimenti esteri. Invece di investire sul sociale, si investe sul capitale e sulla ricchezza, che a causa del signoraggio e delle corporazioni è divenuta una totale utopia elitaria che racchiude la percentuale più bassa dell'intera popolazione.

Art. 1.
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

I nuovi poveri sono i lavoratori precari, senza garanzie, assistenza e speranze per il futuro. Le politiche sociali intraprese per combattere la disoccupazione sono delle vere e proprie farse, utili soltanto a destabilizzare un popolo ormai al collasso. A mio modo di vedere l'Italia oggi si può paragonare a un Paese del Sudamerica, molto vicino al collasso economico.

Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. ...

I cittadini non hanno pari dignità davanti alla legge. Più volte processi con indagati eccellenti si sono chiusi con sentenze beffa, oppure finiti in prescrizione. Certamente se rubi una mela per mangiare, vieni incarcerato nel giro di due settimane, ma se crei un reato di falso in bilancio come il crack Parmalat, paragonabile al PIL di un Paese come la Bulgaria, allora certamente meriti un trattamento diverso, gli arresti domiciliari, forse anche tv via cavo e massaggio defaticante per il brevissimo periodo di fermo. Per non parlare del nostro amatissimo re. Un personaggio di una tale integrità morale, che se la fa con le prostitute di basso rango, non può che essere una pesante accusa diffamatoria. E pensare che per anni ci hanno tormentato con la storia del rientro in Italia del Savoia. Finalmente sono tornati per andare in carcere. Ma non era meglio che se ne restassero più lontano possibile queste grandissime teste di c....?

Art. 4.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. ...

Un lavoratore extracomunitario può per diritto essere sottopagato, umiliato, discriminato per razza e religione e sottoposto a turni di lavoro molto più pesanti. Gli immigrati africani, non hanno il diritto di un lavoro come gli italiani, hanno il dovere di lavorare e questo dovrebbe già bastare e renderli felici. Mi vengono in mente le discriminazioni sociali subite dagli emigranti italiani con le valigie di cartone partiti per l'America o la Germania...ma questo non se lo ricorda nessuno...

Art. 11.
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Questo è il mio articolo preferito. Ma oggi non va più di moda, in quanto le missioni di guerra vengono chiamate: “missioni per il sostegno e la ricostruzione delle infrastrutture in aree bisognose del ripristino dello stato di democrazia”. Che stupende parole, sono curioso di vedere quanti caschi blu torneranno a casa ricchi di buchi da proiettile, per garantire ad Israele di perpetrare la sua politica terrorista verso ogni forma di minoranza.

Art. 13.
La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.

Il secondo articolo da me preferito. La libertà... Il caro Giorgio Gaber scriveva in una canzone:

“La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione. “

Mi chiedo se l'installazione di telecamere (ufficialmente posizionate nelle grandi città per il controllo del traffico) non servano per effettuare un capillare controllo di massa. Mi chiedo se le impronte digitali sul passaporto non siano una deliberata violazione del diritto della libertà individuale. Mi chiedo se fra qualche anno, i bambini alla nascita verranno schedati con impronte, localizzatori gps (nel caso si perdessero... per carità?), e rilevatori RFID per conoscere preventivamente il quali negozi o meglio centri commerciali amino trascorrere il loro tranquillissimo sabato pomeriggio.

Art. 21.
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. ...

Qualche giorno fa l'Unione delle Comunità e delle Organizzazioni Islamiche in Italia (U.C.O.I.I.) ha pubblicato a pagamento su alcuni quotidiani italiani una pagina intitolata "Ieri stragi naziste, oggi stragi israeliane". Il coro di proteste dei politici italiani si è levato a velocità disarmante. Mastella e altri hanno chiesto di avviare una riflessione, e perchè no, un'interpellanza parlamentare, per antisemitismo (e l'eventuale riflessione sulla censura dei contenuti dei blogs). La critica mi sembra mirata allo politica terrorista e di aggressione dello stato di Israele. L'antisemitismo non c'entra proprio nulla. Accusare chi la pensa in modo diverso da Israele e dagli eminenti leccacu.. di giornalisti e politici italiani non significa essere antisemita.
Per chi volesse approfondire qui c'è il link del blog “Palestina Libera!” che ne ha parlato.

Ci sono moltissimi altri articoli ed estratti della costituzione che meriterebbero di essere analizzati, ma per il momento mi fermo qui, diventerebbe uno sproloquio pesante e noiso.

To be continued.

23 agosto 2006


AIDS e fondi

La sindrome da immunodeficienza acquisita è ormai per tutti la nota malattia del secolo. Ogni anno ci sono eventi, manifestazioni e giornate di sensibilizzazione molte delle quali con lo scopo di raccogliere fondi per la ricerca. Le fondazioni e la raccolta dei fondi pro AIDS sono molteplici, le maggiori delle quali con scopi veramente autentici (forse perché si agisce in buona fede, ma a volte bisognerebbe anche studiare il problema più a fondo). Quello che dopo molti anni mi lascia pensare è il modo il cui questi fondi vengano utilizzati.

La teoria di Robert Gallo del 1984, che associa il virus dell' HIV alla conseguente presenza dell' AIDS, non è che una vera e propria supposizione. Ad oggi infatti non ci sono prove, ne dimostrazioni scientifiche che mettano in relazione il retrovirus HIV con la malattia del secolo(1). C'è molta confusione sulle metodologie utilizzate per la diagnosi e molti interessi economici ad esse collegate. I più moderni test HIV infatti non sono sicuri ne accurati. Non esistendo relazione scientifica tra il virus e la malattia inoltre, c'è il rischio di diagnosticare l'AIDS a persone sane o affette da altre patologie. A volte il test può risultare positivo se il paziente è affetto da altre patologie o infezioni (varicella, stato di gravidanza, epatite, herpes). L'attendibilità del test quindi non è assolutamente scientifica e non è stato creato uno standard a livello internazionale che ne classifichi le metodologie di esecuzione.

Ad esempio in Africa si può diagnosticare la malattia senza la necessità di effettuare il test dell'HIV. Viene diagnosticato esclusivamente in base a quattro sintomi clinici: diarrea, febbre, tosse persistente e perdita di peso. Il 97% degli africani positivi al test HIV non ha l' AIDS. Inoltre questa malattia non è la prima causa di morte nel continente nero. Anche se non si è profondi conoscitori del problema, basta fare semplici deduzioni per vedere la totale mancanza di verità in tutto questo business. Se per diagnosticare l' AIDS è necessario presentare i sintomi sopra descritti è altrettanto facile comprendere come le cifre sugli effettivi malati nel mondo siano gonfiate. In Africa, la carenza di acqua, cibo e igiene è la principale causa di morte, oltre a malattie da tempo debellate nel ricco occidente. Affermare che l'AIDS sta distruggendo l'Africa mi sembra una disgustosa copertura della verità per giustificare i milioni di dollari investiti nella ricerca.

L'AIDS inoltre non è una malattia in crescita, infatti le statistiche mondiali presentano dati in costante decrescita (a meno che si continui a diagnosticare come AIDS anche la tubercolosi o la malaria africana).

Le moderne tecniche di cura, basate su farmaci come l'AZT (chemioterapico accantonato per combattere le malattie degenerative, ma approvato dalla FDA americana come farmaco per contrastare l'AIDS) non fanno altro che aumentare le probabilità di morte e un più rapido peggioramento della malattia. Infatti distruggendo le cellule del midollo osseo il corpo tende a reagire per combattere la tossicità del farmaco. A lungo andare il sistema immunitario crolla e l'individuo diventa il bersaglio di ogni più piccola infezione. (Avete mai sentito parlare di malati di AIDS morti per un semplice raffreddore?)

In ogni caso la miglior cura per combattere l' AIDS è mantenere uno stile di vita corretto e un'alimentazione sana. Ci sono inoltre moltissimi rimedi naturali per rafforzare le difese immunitarie e l'intero sistema linfatico umano.

Sarebbe bello se Bono e tutti gli attivisti e artisti impegnati nella campagna per raccogliere fondi per una volta destinassero gli incassi a favore dell'informazione vera e onesta. Forse poi sarebbe più facile combattere questa malattia.


(1).L' HIV è un retrovirus non citotossico cioè non in grado di distruggere le cellule umane come nel caso di malattie degenerative e presenta la struttura genetica di tutti gli altri retrovirus conosciuti, normalmente presenti a centinaia nel corpo umano.


Bibliografia
AIDS e se fosse tutto sbagliato ? Di Christine Maggiore (Macroedizioni)