13 agosto 2006


Cambiano le facce, rimangono i soldati

Mentre il modo attende la risoluzione ONU per risolvere il conflitto israelo-libanese, l'Italia con una nota del presidente del consiglio e del ministro degli esteri ha reso noto l'interesse per l'invio di caschi blu nel contingente ONU da dislocare in Libano. Ovviamente anche la casa delle libertĆ  ĆØ d'accordo con questa decisione, del resto quando si tratta di missioni di pace l'Italia tiene alto l'onore e la tradizione. Quello non torna sono le condizioni iniziali e i rischi dell'invio di uomini proprio in quella zona devastata dalle bombe. Questa missione ONU sarebbe dovuta iniziare piĆ¹ di venti giorni fa e coinvolgere i popoli arabi e Israele. I caschi blu dovrebbero essere di nazionalitĆ  araba o al massimo africana, proprio per non rischiare un risentimento da parte del popolo libanese. Non vedo cosa possa garantire l'Italia in un territorio cosƬ estraneo alla propria cultura. Inoltre imbarcarsi in una nuova missione di pace (questo tipo di missioni sono vere e proprie missioni di guerra) comporta un ulteriore rischio per i soldati italiani e l'eventuale perdita di vite umane. Finanziare a spese del contribuente queste iniziative, trovo sia inutile e pericoloso, anche perchĆØ la precedente politica estera italiana ha giĆ  compromesso la visibilitĆ  di un Paese che ha sempre perseguito obiettivi di pace. Spero che la parte piĆ¹ estrema del governo si opponga a questa missione, conferendo nuovamente all'Italia il ruolo che piĆ¹ le spetta.