21 maggio 2007


Il metro della civiltà

Ogni anno assistiamo alla triste vicenda dello smaltimento dei rifiuti. La Campania in questi ultimi giorni sta vivendo un incubo paragonabile alla situazione delle baraccopoli delle grandi metropoli del terzo mondo. Tonnellate di rifiuti, cassonetti incendiati dalla rabbia dei cittadini, gas e odori che non permettono una vita dignitosa, nemmeno barricati dentro la propria casa. Mi chiedo come tutto questo possa essere sopportato e minimizzato dal governo locale e nazionale. Il metro di ogni civiltà dovrebbe basarsi sul rispetto fra persone, la tutela dell’ambiente e l’integrazione di ogni forma vivente del pianeta. Invece di vedere città con ampi parchi e bambini che possono ancora giocare liberamente e respirare quel poco di aria pulita che rimane, si assiste allo scempio dei quintali di spazzatura ammassata in ogni angolo. In questi giorni ci si chiede come spendere i soldi dell’extra gettito ottenuto dalla lotta all’evasione fiscale, ci si chiede come utilizzare al meglio questi fondi, sarebbe bello che ogni uomo potesse respirare e vivere nella propria casa (per chi ne possiede una) senza dover indossare maschere a gas. La cosa più triste è che ogni anno questa tragedia dei rifiuti si ripropone e getta nel caos un sistema che vive di tangenti e scarse politiche di tutela e smaltimento delle scorie.

Il riciclaggio dei materiali il più delle volte viene diligentemente effettuato dai cittadini, per poi essere mescolato nelle discariche per mancanza di fondi e attrezzature adatte al riciclo stesso. Diventa inutile lo sforzo e la pubblicità che incentiva il riciclaggio se poi lo Stato non persegue politiche che ne garantiscano l’effettivo risultato finale. Siamo schiavi del petrolio e dei sui derivati, ogni cosa in plastica viene usata e buttata, finisce incendiata e arreca danni enormi all’intero ecosistema. Piuttosto che istituire tavoli di confronto fra protezione civile e governo, ognuno dovrebbe assumersi le proprie responsabilità e ribellarsi fino alla morte per garantire i propri legittimi diritti.

L’Italia del resto è il Paese del diritto, ognuno ha il diritto di avere una casa, mantenerla in ordine e pulita, senza preoccuparsi dell’ambente circostante e delle altre persone. Altri Paesi invece curano la cultura del dovere, spesso hanno case non troppo pulite e ordinate, ma in compenso le strade e l’ordine pubblico sono nel rispetto del prossimo. Sarebbe bello che noi cittadini italiani diventassimo cittadini di un Paese di diritto e di dovere. Sarebbe bello vedere il prossimo consiglio dei ministri vicino a un bel cumulo di rifiuti, magari i gas sprigionati dal cumulo inebrierebbe la inutili teste vuote dei servi delle banche.

Ps. A proposito di banche. Come dicevo tempo fa, Prodi benedice la svendita italiana e promuove le politiche a favore delle banche e dalla comunità europea. Non ci resta che attendere fiduciosi la grande depressione.