27 giugno 2007


Il compromesso

Ogni giorno che passa l'uomo è obbligato a prendere decisioni, a intraprendere la strada che più si addice al suo carattere e alle sue prerogative. Siamo in continua crisi, dobbiamo scegliere cosa indossare, cosa mangiare, cosa dire, cosa fare e cosa dimostrare. Spesso questo ci rende frustrati, innesca meccanismi perversi che ci vogliono schiavi di situazioni dalle quali vorremmo scappare, ci rende succubi di meccanismi sociali che non condividiamo, ma purtroppo dobbiamo assecondare. Queste dinamiche della vita a volte scendono a compromessi, semplici e banali come la scelta di prendere un caffè o una spremuta al bar, più complessi come le scelte che modificano la nostra vita. A volte queste scelte vengono influenzate dalla famiglia, dalla società, spesso anche dalla televisione. Ci troviamo con mille dubbi su cosa fare e cosa sia più giusto decidere, in totale confusione mentale, una confusione che spesso conduce a confonderci le idee, un colpo al cerchio e uno alla botte. Cerchiamo di camminare su un sentiero comodo e senza ostacoli, magari chiudendo gli occhi a quello che ci circonda, facendo del compromesso la nostra ragione di vita. Con questo non voglio dire che il compromesso sia del tutto sbagliato, ognuno è costretto a dover scegliere e giudicare, quello che mi piacerebbe succedesse, è però non ricadere nell'attitudine tipica degli ignavi. Lasciarsi trascinare dalla corrente, schivando abilmente problemi altrui, questioni sociali importanti, solo perché non ci sentiamo all'altezza e spesso perché non ne abbiamo la minima intenzione.

Ci resta così solo il tempo per galleggiare sul mare del sentito dire, della banalità, dell'atteggiamento tipico di chi non ha percezione della realtà. Ci rintaniamo in buie case inquinate per ionizzare il nostro cervello davanti alla scatola magica, l'unica che ci renda davvero realizzati per l'intera serata. Seduti sulla poltrona riusciamo a spegnere le nostre domande, cediamo al compromesso che tanto c'è poco da fare, che tanto il mondo fa schifo, c'è la fame, c'è la guerra, c'è ogni forma di male, noi nel nostro alzare le spalle diventiamo complici di questo atteggiamento, che vuole l'uomo macchina, privo di pensiero e privo di ambizioni a una vita migliore, schiavo delle scelte che non è in grado di fare, perché inconsapevole della sua forza interiore.