11 maggio 2012


Scendere dal treno

Non ho bei ricordi del treno come mezzo di trasporto, abituato ai percorsi dei pendolari che condividevano con me alcune tratte del centro-sud, c’era sempre l’aria di chi soffre, di chi si sveglia in orari in cui gli altri sono ancora al primo sonno, di chi per un milione di lire era fuori casa per dodici ore al giorno. Non ho un bel ricordo delle condizioni in cui quei vagoni versavano, lo stato completo di abbandono e sporcizia in cui mai una sola volta ho visto mettere mani per risanare. La condizione riservata al sud dell’Italia, come se non meritasse nemmeno la dignità di un posto igienicamente accettabile per andare a lavoro. 

Lavoro… 

Lavoro nei campi, lavoro nell’edilizia, lavoro a duecento chilometri di distanza per cercare di mantenere la famiglia. Molti sono riusciti in tutto questo, altri hanno abbandonato, molti, la maggior parte, è stata abbandonata. Oggi l’Italia è quel treno sporco e inadeguato che si dirige senza obiettivi concreti verso la distruzione delle carrozze e dei passeggeri. Il macchinista è un servo dei padroni, uno di quelli che non si confonde con i passeggeri perché fanno schifo, perché non sente suoi simili, perché sono sporchi e sudati, perché lui può permettersi di guidare senza che nessuno dica nulla, senza che i passeggeri delle carrozze che porta verso lo schianto possano bussare al suo finestrino blindato e bloccato. 

Oggi cari amici miei, vi dico che è possibile scendere da quel treno e cominciare a camminare su altri binari, è possibile non avere più l’esigenza di dover per forza essere condotti verso il baratro, che ognuno si senta libero di seguire quelli che vogliono distruggere la dignità dell’uomo, ma anche di seguire una volta per sempre la propria Anima che si sta ribellando e bussa alla nostra porta ogni giorno. Possiamo uscire dalla logica del terrore, possiamo convincere che una cartella Equitalia non è la notizia più brutta che possa arrivare nella vita, possiamo credere che togliersi la vita non si la soluzione. Tutte le morti saranno giudicate da chi verrà nel nome del Padre, Yahuveh ci liberi da questo giudizio, ma non è affar nostro, dobbiamo solo essere forti ed attendere che tutto questo finisca. Non è possibile togliersi la vita per colpa di chi gioca con la nostra vita in modo cosciente. Questo è un crimine contro l’umanità, come l’uccisione forzata di milioni di persone l’anno per colpa del nostro egoismo. 

Siamo giunti al tempo della grande Verità e finalmente del Giudizio finale, che ripristinerà ciò che è stato tolto per molto tempo. La preghiera è l’arma più potente che abbiamo e può essere indirizzata verso chiunque abbia bisogno, per illuminare la mente di chi ha la responsabilità di decidere per la collettività, per chi ancora non si è abbondano totalmente allo Spirito. A forza di bussare tutti noi troveremo le risposte, a forza di bussare tutti noi verremo ascoltati, perché la vera fede è credere che questo sia giusto in modo oggettivo. Perché se ciò che chiediamo non è per il nostro ego malato, ma per un progetto di Vita per tutti i fratelli, non verrà negato ne ora ne mai. I tempi del male sono qui, come è stato scritto oggi chi governa il mondo rappresenta le forze oscure. Ma questo deve rallegrarci perché significa che siamo vicini alla liberazione, perché presto osserveremo stupiti il Bene che prenderà il controllo delle nostre vite e per una volta non sarà necessario remare controcorrente, una volta per tutte potremo abbandonarci alla corrente e vivere così come è stato creato nel Piano Universale.